lunedì 27 gennaio 2014

PRIMA MANIFESTAZIONE ARTISTICA DEL TALENTO FRANCAVILLESE

L’Amministrazione Comunale – Assessorato Alla Cultura
nel fare propria l’iniziativa del nostro compaesano Amerigo Fiumara, finalizzata all’esaltazione del talento artistico dei Francavillesi, per veicolarlo e diffonderlo attraverso la pubblicazione di un ALBUM, con allegati: FOTO, DVD e CD, e la creazione di apposito sito web,
ORGANIZZA
la 1a MANIFESTAZIONE ARTISTICA DEL TALENTO FRANCAVILLESE
a cui potranno partecipare tutti i Francavillesi, nativi, di origine o acquisiti, che, per professione o a semplice livello dilettantistico–amatoriale, coltivano le proprie capacità espressive nelle varie forme artistiche, artigianali, letterarie, musicali, ecc.
La partecipazione, aperta a tutti, è assolutamente gratuita e può avvenire attraverso una semplice iscrizione, preferibilmente entro il 31/3/2014, previa compilazione di apposita scheda, distribuita dagli uffici comunali anche on-line. E’ possibile partecipare per più di una espressione artistica.
I partecipanti alla manifestazione potranno presentare un massimo di tre lavori, per ogni forma d’arte cui sono iscritti, entro la data del 15/5/2014.
La prima fase della manifestazione si svolgerà a cavallo dei mesi di maggio e giugno 2014. Una giuria qualificata sceglierà, per ogni partecipante, le opere da inserire nell’album ricordo assieme al profilo dell’autore ed alla foto di gruppo. Le opere scelte saranno donate al Comune che le esporrà in apposito museo, anche on-line. L’ALBUM sarà pubblicato a cura e spese dell’Amministrazione Comunale, in sintonia con il promotore dell’iniziativa .
La seconda fase della manifestazione si svilupperà Venerdi 8 Agosto 2014, allorquando sarà
riproposta nella forma di MOSTRA-MERCATO-SPETTACOLO, con l’esposizione libera di più lavori e l’esibizione degli artisti. Nell’occasione sarà presentato l’album e reso altresì fruibile il museo, previa cerimonia di inaugurazione. Sarà inoltre presentato al pubblico il sito web ove i talenti del nostro paese potranno trovare rilevanza planetaria e veicolare i loro lavori artistici.
ELENCO DELLE ESPRESSIONI ARTISTICHE:
Disegno
Murales
Pittura
Scultura
Ceramica
Terracotta
Vetro artistico
Legno intagliato
Ferro battuto
Metalli e
Pietre preziosi
Pelletteria
Cartapesta
Plastica
Oggettistica
Restauro
Fotografia
Coreografia
Scenografia
Cortometraggio
Musica
Videoclip
Brevetti
Modellismo
Poesia
Letteratura
Trucco
Acconciature
Arte gastronomica
Liuteria
Miniature
Ricamo
Uncinetto
Maglia
Seta
Telaio
Moda
Costumi
Presepi artistici e Arte sacra
Arte con materiali da riciclo
Vignettistica
Altro
Si invitano, pertanto, tutti i cittadini, specie nelle forme associate a livello culturale e quanti gestiscono siti informatici, a prodigarsi per la più ampia diffusione dell’iniziativa onde consentire la massima partecipazione degli artisti.
L’Ordine degli Architetti di VV ha assicurato il sostegno e la collaborazione all’evento,
saranno coinvolti anche Enti, Istituzioni Scolastiche ed Associazioni.
E’ sollecitato ed auspicato, inoltre, l’impegno diretto ed attivo nell’organizzazione dell’evento, da parte degli stessi artisti partecipanti, per quanto concerne la pubblicità, i servizi fotografici, le riprese audio video, l’allestimento del museo e della mostra mercato, l’organizzazione dello spettacolo, la creazione del sito internet, la stesura di un questionario per la raccolta dati, ecc.
Maggiori dettagli saranno forniti nell’incontro pubblico che si terrà il giorno ___________ , durante il quale potranno essere accolti suggerimenti per una migliore e partecipata organizzazione e, quindi, riuscita della Manifestazione.
Francavilla Angitola, li 27-01-2013
IL SINDACO
Avv. Antonella Bartucca





COMUNE DI FRANCAVILLA ANGITOLA
(Vibo Valentia)
89815 - Piazza Solari, Tel 0968-722068 - Fax 0968-722668
email: comunefrancavilla@tin.it
www.comune.francavillaangitola.vv.it



SCHEDA DI PARTECIPAZIONE*
(da presentare al Comune a mano, per posta, via fax o email)


Oggetto: 1a Manifestazione Artistica del Talento Francavillese

…. Sottoscritt…, ………………………………………………… , nat… a …………………………
  e residente a ………………………………………….. in via ……………………………………… Telefono ……………………, email …………………………………………………………............
PARTECIPERÀ
alla manifestazione di cui all’oggetto per le seguenti espressioni artistiche:
___________________________________________ con n°______ opere
___________________________________________         “______ “
___________________________________________        “ ______ “

Breve descrizione del profilo personale:
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Li, …………………………
firma

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Scarica il modulo

lunedì 20 gennaio 2014

Per Saverio Fortunato il libro esprime un punto di vista che ha del garbo

La rassegna di Amerigo Fiumara è un punto di vista su tutti i punti di vista che nel periodo storico dal '50 al '79 è possibile raccontare o ascoltare oggi. Il suo però è un punto di vista che ha del garbo nel porgere fatti e aneddoti raccontati senza mai urtare le idee politiche di nessuno, senza calcare la mano sul proprio senso di appartenenza partitica. Fa riflettere questa rassegna perché all'epoca tutti i giovani, anche quelli di Francavilla come Amerigo, volevano con forza cambiare il mondo e, il mondo, era diviso tra Amici e Nemici, tra Buoni da una parte e Cattivi dell'altra. Col senno del poi si potrebbe dire che è stato il mondo a cambiare chi voleva cambiarlo e, quindi, la storia ha inghiottito tutto e tutti per darci oggi un concentrato del Nulla e del vuoto mentale, Lo stile narrativo di Amrgio è garbato perché fa fare queste riflessioni senza esprimere condanne; ed è anche analitico, preciso, quando elenca con rispetto tutti i mestieri e le arti di quel periodo nel territorio di Francavalla. A chi come me non conosce Francavilla, leggendo la rassegna storica di Amerigo si ha la sensazione di conoscerla, persino di sentire l'odore di quelel zeppole, di quei dolci che le nostre mamme preparavano per il Santo Natale e che avevano la buona educazione e la sana tradizione di scambiarsi coni vicini. Oggi, la psichiatria nel DSM-V di ultima edizione ha inserito come disturbo mentale dell'uomo moderno anno 2014 la fobia del vicino di casa. I tempi sono cambiati, ma non si sa se in meglio.
Prof. Saverio Fortunato
Specialista in Criminologia Clinica
Docente Università Ludes di Lagno

domenica 19 gennaio 2014

Per Micuccio Cugliari il libro trasmette una spinta propulsiva ai giovani

Ringrazio il compagno Amerigo per avermi fatto rivivere con il suo pregevole “Il PSIUP- Francavilla prima e dopo (’50-79)” gli anni ormai molto lontani della mia prima giovinezza, costellati dalla partecipazione entusiasta alle prime manifestazioni socio-politiche organizzate dai rinati partiti politici. Quelle varie iniziative, se pur, ovviamente, diverse per contesto temporale, territoriale ed organizzativo da quelle promosse e realizzate dai giovani di Francavilla, raccontate con profonda passione e struggente nostalgia da Amerigo, erano, sostanzialmente, identiche nelle finalità: promuovere “il progresso economico, culturale e politico della nostra Comunità” (come nella dedica al libro). Amerigo ha svolto un lavoro meritorio e prezioso: il libro trasmette una spinta propulsiva a quei giovani (per fortuna ce ne sono ancora tanti) che credono nella forza della politica e con entusiasmo e purezza di ideali lottano per un mondo migliore; inoltre descrive, con un linguaggio da cronaca giornalistica, un trentennio di storia francavillese che non è entrato nella Storia, ma che non poteva assolutamente cadere nell’oblio: è la storia straordinaria di una generazione di giovani che non si è rassegnata all’indifferenza, alla immobilità, al conformismo, ma ha seguito una bandiera, ha creduto in nobili ed alti ideali e, in un clima di gioiosa partecipazione, si è impegnata a professarli e a diffonderli come ha saputo, come ha potuto, ma sempre con la schiettezza dei sentimenti e l’entusiasmo propri dei giovani. Il libro è un’opera che dovrebbe essere letta non solo dai giovani, ma anche dai compagni anziani, i quali stimolati dal lavoro di Amerigo, sul suo esempio, in onore di un glorioso passato, si accingessero a raccontare le attività sociali e politiche svolte nel proprio paese; verrebbero, sicuramente, alla luce tante ministorie, testimonianza di esemplare dedizione alla causa del riscatto sociale, le quali nel loro insieme formerebbero un panoramico mosaico di una ben ramificata e radicata vitalità politica “necessaria - come afferma Giuseppe Lavorato nella prefazione - per capire il percorso complessivo che abbiamo compiuto”. In un periodo caratterizzato da frequenti scontri sociali e politici, che sfociavano spesso nella violenza, sorprende piacevolmente constatare che a Francavilla gli episodi narrati si siano svolti in un clima di tranquilla quotidianità senza momenti di tensione, mentre, al mio paese, i rapporti tra gli avversari, salvo qualche lodevole eccezione, erano molto tesi; durante una campagna elettorale amministrativa, per un manifesto illegalmente coperto da quello della lista avversaria, si finì in Pretura. È ammirevole il fervore operativo dei giovani di Francavilla; per merito loro il paese sembrava un cantiere sempre aperto; vennero promosse tante innovative e lodevoli iniziative che coinvolsero anche le ragazze e favorirono la nascita di diverse associazioni giovanili: il Complesso Musicale, il Gruppo Folk, il Gruppo Teatrale, il Centro Giovanile Popolare, il Club, il Circolo Sportivo, la Pro- Loco, il Giornalino, sempre a numero unico, che fecero di Francavilla, rispetto ai paesi limitrofi, un piccolo centro avanzato sul piano sociale, culturale e artistico. Ad Amerigo, che con la sua appassionata ricostruzione di eventi che hanno segnato una generazione, mi ha fatto rivivere, con emozione, esperienze similari vissute in prima persona durante il corso di una lunghissima, entusiasmante, intensa e gratificante militanza politica, va il mio grazie di cuore e il mio più sincero Ad maiora semper. Sant’Onofrio, 19 gennaio 2014 Micuccio Cugliari, già segretario della sezione comunista e vicesindaco di Sant’Onofrio

sabato 11 gennaio 2014

Per Pino Ceravolo è un ancoraggio forte ad una identità territoriale e politica

Dopo tanti anni, Amerigo restituisce il luogo del pensiero che ha connotato la sua formazione nella dinamica indicata dal sottotitolo che segue in copertina il nome dell’autore “ Il P.S.I.U.P. – Francavilla prima e dopo (50-79).
Questi anni sembrano costituire gli elementi unificanti della sua appassionata cultura  sociopolitica. Amerigo Fiumara compie un tentativo di storicizzare ricordi e nostalgie tentando di recuperare e interpretare avvenimenti ed eventi per farli diventare riferimenti e modelli  di confronto che motivano, impegnano ,orientano.
In tutte le pagine i francavillesi si riconosceranno in un volto ,in un oggetto ,in un ambiente che assumeranno cosi valore di testimonianza,documento,identità.
Il libro suscita certamente ricordi ed emozioni attraverso raffigurazioni e rimandi ricchi di particolari e di sentimenti, ma è anche uno strumento per momenti di aggregazione, approfondinenti e riflessioni sul com’eravamo e perché e sul come siamo e perché.
Amerigo non ritrova solo volti e luoghi ma una storia e una geografia,tradizioni e comportamenti di uomini positivi,la modestia, la capacità,l’intelligenza caratterizzata da voglia di vivere ,crescere e migliorare dei cittadini del suo paese.
Il lavoro di Amerigo suscita non solo ricordi tenerissimi per persone e luoghi che i francavillesi conoscono e per i quali si appassionano ancora oggi, ma è utile anche per un confronto su un discorso che riguarda tradizione,impegno civico e principi.
L’autore restituisce a se stesso e a tanti suoi cari ed amici una storia piena di interessi e il valore della memoria, cosi importanti in questa prolungata fase di disorientamento e disimpegno politico.
Conosco bene Amerigo e gli sono affezionato. L’attaccamento al suo paese ,i suoi rimandi intrisi di nostalgia e immutata passione civile,sono un ancoraggio forte ad una identità territoriale e politica che si è sviluppata e irrobustita negli anni e ben evidenziata  sia nella prefazione di Giuseppe Lavorato sia nella postfazione di Francesco Daniele.
Il libro si apre con brevi tratti che ancora connotano la geografia e la toponomastica di Francavillae via via scorrono indicazioni sulla composizione sociale del paese,le tradizioni operose e gli spazi d’impegno,le prospettive di democrazia che si conquistavano nel circolo ricreativo,nella camera del lavoro,nella squadra di calcio,nel centro giovanile,nel primo giornalino,nella sezione del PSIUP “ che non fu una sezione di partito ma un fenomeno dai risvolti socio-culturali notevoli  ed ebbe come dote un apparecchio televisivo donato da uno zio che militava nella D.C “.
E poi episodi che appartengono alla nostra storia recente vissuti con il ritmo che solo i giovani sanno imprimere e raccontati con giovanile entusiamo : il ’68,la contestazione,i boia chi molla,il compromesso storico.
 La mia formazione è diversa da quella di Amerigo. Considero però positivi i tratti di forte identità  presenti nel libro che possono essere considerati utili paradigmi  rispetto alla superficialità mass-mediatica che rende più fragili e permeabili. Il lavoro di Amerigo dimostra che dalla passione politica  seria scaturiscono impegno sociale, ricerca e confronto culturale.
La conclusione di Francesco Daniele mi richiama un’altra poesia di Bertolt Brech,che mi sembra utile ricordare epuò essere un contributo alle domande che il libro inevitabilmente  pone: A chi esita.
Dici: per noi va male. Il buio cresce.
Le forze scemano.
Dopo che si è lavorato tanti anni
noi siamo ora in una condizione
più difficile di quando si era appena cominciato.
Il nemico ci sta innanzi più potente che mai.
Sembra gli siano cresciute le forze.
Ha preso un’apparenza invincibile.
E noi abbiamo commesso degli errori,
non si può negarlo.
Siamo sempre di meno. Le nostre parole d’ordine sono confuse.
Una parte delle nostre parole le ha stravolte il nemico   fino a renderle irriconoscibili.
Che cosa è errato, ora, falso, di quel che abbiamo detto ?
Qualcosa o tutto ?Su chi contiamo ancora ?
Siamo dei sopravvissuti,respinti via dalla corrente?
Resteremo indietro,senza comprendere
più nessuno e da nessuno compresi?
O contare sulla buona sorte? Questo tu chiedi.
Non aspettarti nessuna risposta
oltre la tua.


                                                                                                   Giuseppe Ceravolo

giovedì 2 gennaio 2014

Per Francesco Gallo il libro è una indiscutibile testimonianza

Carissimo Amerigo,
ti invio le mie brevi considerazioni sul tuo libro caratterizzate da assoluta sincerità perché vogliono essere, in qualche modo, un invito a continuare il tuo lavoro di recupero della nostra memoria e della nostra identità meridionale.
Prima della lettura il titolo del tuo libro “P.S.I.U.P -. Francavilla prima e dopo ( 50/79)” mi aveva fatto pensare ad una ricostruzione della storia locale negli anni che vanno dal dopoguerra alla fine degli anni settanta attraverso documenti, fonti e dati statistici e inserita nel contesto più ampio della storia del Meridione e dell’Italia. Non capivo nemmeno, leggendo il titolo, quale fosse la cesura temporale che separava il prima dal dopo.
Dopo aver letto il libro mi sono  reso conto che il libro è un viaggio nella memoria, una cronaca della vita di un paese del sud in un arco temporale filtrato attraverso  la tua esperienza diretta, quella dei tuoi amici e dei cittadini di Francavilla, presentati con nome e cognome, ruoli, funzioni e attività;  una narrazione che ha il rimo di un racconto corale, i cui personaggi sono tutti i cittadini del borgo; una narrazione cioè che riporta luoghi, attori ed  eventi, anche di notevole rilievo, ma di cui non si fa un’analisi critica e non  prende in considerazione, se non in pochissimi casi, cause, interferenze o ripercussioni.
Ho capito che il limite ma nello stesso tempo il valore del libro stavano in un’ impostazione ove fatti politici e vita sociale, alternandosi, si incontrano ed ove le fonti sono ricordi che hanno, comunque, il valore di una indiscutibile testimonianza.
Una storia, la tua, che voleva, forse, essere locale ma su cui incombe una possibile chiave di lettura localistica:
- per i riferimenti a volte poco importanti dal punto di vista della ricostruzione storica anche se poi acquistano il significato di far entrare nella storia del paese persone umili: commovente, per esempio, il ricordo del netturbino che “portava i rifiuti alla discarica comunale sita alla fine di via 2° traversa, di fronte casa Attisani”(pag 16);
- perché, in parte, si perde di vista non solo l’incontro/scontro tra particolare e generale (un lavoro di radicamento territoriale non consente di ignorare l’orizzonte per cui quel radicamento acquista senso) ma anche perché un percorso storico, nel mentre individua un’identità territoriale, non può ignorare i valori generali di riferimento;
- perché, in sostanza, si dà per scontato il quadro generale in cui si inserisce  la storia di Francavilla di quegli anni; i pochi riferimenti occasionali, esistenti nel testo, se possono essere sufficienti per chi quegli anni li ha vissuti, non sono sufficienti ai giovani per farsi un’idea della realtà storica del tempo.
Ma il libro, al di là dei limiti indicati, posti probabilmente da te stesso, se la chiave di lettura cambia, acquista un inestimabile valore:
- per te  che hai ritrovato pienamente te stesso, hai guardato dentro la tua storia mettendo a nudo i tuoi sentimenti, il tuo senso si appartenenza, il tuo radicamento nel territorio e nella comunità. Hai chiamato, nel nostro tempo indifferente, i tuoi paesani alla cittadinanza attiva, hai ricordato loro di guardare indietro per guardare meglio avanti, li hai riuniti intorno ad un tavolo e, secondo me, hai detto loro: io ci sono stato e ci sono, noi ci siamo stati e ci siamo ancora; E’ indubbio, infatti, che il tuo racconto ha una forte connotazione autobiografica anche se essa si scioglie nel tuo tenero abbraccio alla comunità nella quale hai vissuto gli anni suoi più belli e più sofferti della tua vita;
- per i membri della comunità che si sono riconosciuti reciprocamente nelle abitudini, nelle tradizioni, nei fatti, nelle azioni, nei valori vissuti e nel linguaggio ricco di parole dialettali e di risonanze nostalgiche comuni e perché, con quel racconto, insieme, sono fuoriusciti, in qualche modo, dall’oblio;
- per i giovani, per il quali lo  studio della storia locale dovrebbe essere un diritto e che, purtroppo,  ancora numerosi problemi ne impediscono l’insegnamento. La lettura del tuo libro  potrebbe costituire un primo approccio concreto alla storia locale come espressione di cittadinanza vissuta e  di identità, e ai luoghi come possibili scenari formativi non solo per la riattivazione della dialettica memoria/oblio ma anche perché attraverso la storia del territorio essi possono maturare uno sguardo storico più ampio;
-per i valori di democrazia e di giustizia affermati con grande sensibilità umana e politica e  convinzione;
-per la freschezza di un racconto di vita vissuta e sofferta negli anni del secondo dopoguerra;
-per il recupero della memoria, che di per sé dilata il tempo, in un momento come quello attuale che ci condanna ad un eterno presente;
- per il tono pacato del racconto e per l’approccio narrativo che rifiuta ogni retorica ed ogni moralismo e ci fa comprendere la tua personalità caratterizzata certamente da una forte carica emotiva, da una visione laica della vita e da una concezione politica radicale ma anche,  e soprattutto,  dall’esigenza di dare significato e senso alla tua vita e a quella della tua comunità.
                            Un affettuoso abbraccio

                                  Franco Gallo

Per Franco Ciancio il libro è una storia vissuta con intensità e consapevolezza

Sant’Onofrio, 2 gennaio 2014

Caro Amerigo,
ho letto con attenzione ed interesse il documento che mi hai consegnato: non si può che rimanere commossi dai tuoi precisi ricordi di un passato limpido e certo, che nelle pagine del testo cantano l’inno alla Francavilla di un tempo. L’idea di salvare una pagina importante di storia locale e, soprattutto, di raccontare ai posteri il Mondo in cui si è formata la tua generazione, è risultata cosa gradita a coloro che, come me, si sono formati nelle stanze di sezioni e circoli e sono figli della tua generazione.
In fondo, il libro è la dimostrazione di un atto estremo di rifiuto della tendenza che fischia l’anti ideologismo, mentre contiene un’ideologia forte e subdola che, in pochi anni, sta deformando le numerose conquiste raggiunte con immensi sforzi e sacrifici.
Quel che più mi entusiasma è la tua capacità di far riflettere ed emozionare, a costo di rendere banali le storie, che banali non sono! Spesso la storiografica ha dimenticato di privilegiare la presenza umana: tu vai controcorrente e la sfilza di nomi (a molti di non sconosciuti) rendono la “tua storia” una storia vera, vissuta con intensità e consapevolezza, oggi come allora, via maestra per le future generazioni.
Scusami se ho avuto il desiderio di mettere nero su bianco i pensieri che mi hai ispirato la lettura del tuo libro: orami è cosa fatta e con immenso piacere te li trasmetto, sperando di fare cosa gradita; un affettuoso abbraccio, Franco Ciancio, già Sindaco di Sant’Onofrio e ultimo segretario del locale circolo dei DS.
Appunti in merito alla pubblicazione dell’ing. Amerigo Fiumara sul Psiup a Francavilla.
La presenza dei quartieri Pendinu e Adirtu che dividevano il paese di Francavilla, tra i poveri dell’epoca e la piccola borghesia benestante, ricordano la separazione netta che a Sant’Onofrio regnava tra gli appartenenti ai due circoli ricreativi: quello di Riunione (dei nobili) e l’Aurora (degli operai e contadini); una divisione che si vedeva a vista d’occhio, anche nella stessa piazza, dov’erano entrambi ubicati: da un lato passeggiavano quelli di destra, dall’altro quelli di sinistra.
Nascono le Spighe a Francavilla come pure a Sant’Onofrio; nasce la Stella d’Argento a Francavilla e a Sant’Onofrio si forma la Stella Azzurra: due paesi e due storie diverse, ma con giovani accomunati dagli stessi miti, gli stessi sogni, lo stesso linguaggio: la spiga, la stella, la sinistra, il Psiup.
Per me più che un ricordo personale e diretto, il Psiup ha da sempre rappresentato l’approccio giovanile che mio padre ebbe con il paese, allorquando, rientrato dalle Americhe, faceva i primi passi nel nostro mondo italiano del Sud, che aveva lasciato a quindici anni: i ricordi continui dei pochi compagni che avevano condiviso con lui quel breve percorso, i simboli e i segni, l’enorme striscione esposto in occasione delle elezioni, i pochi documenti custoditi nel fondo di un tiretto di un vecchio tavolo di legno, come in uno scrigno segreto si custodiscono i ricordi più cari e indelebili.
Un Psiup che a Sant’Onofrio non si sviluppa, forse perché imbrigliato nelle questioni di amministrazione locale; l’unico, vero, obiettivo della sinistra paesana sembrava appiattirsi sulla conquista del Municipio, che appariva all’epoca la vera macchina per condurre il paese allo sviluppo più veloce.
La nascita della lista delle Spighe a Sant’Onofrio nel 1952 e la conquista dell’Amministrazione nel 1964 contribuirono certamente ad affievolire la visione utopica nazionale e internazionale della locale sinistra e a disegnare quasi esclusivamente le questioni di carattere locale. Un’Amministrazione che univa, già a metà degli anni Sessanta, i compagni comunisti e socialisti, con l’aggiunta di importanti pezzi di indipendenti vicino al centro, alla destra e finanche alla Chiesa. Giovani e meno giovani che hanno dato voce e azione alle proteste e alle aspettative di un mondo in evoluzione e di uno spirito sopito da anni di guerre, povertà, diseguaglianze, promesse, dogmi e certezze.
I ricordi e la militanza di Amerigo rappresentano simbolicamente l’energia positiva che tutto il Mezzogiorno d’Italia ha saputo sprigionare in quegli anni di intensa luce ideale, che dal dopoguerra ci ha condotti fino agli ultimi anni del XX secolo: quell’energia fosforescente, che trasmetteva da una parte entusiasmo e voglia di crescita e dall’altra un progetto per il futuro: di utopie e di amore, di giustizia ed equità, che mostrava le basi forti per la nascita di una società onesta e armoniosa.
Grazie ad Amerigo, questa nicchia dorata di avvenimenti rimarrà scritta per sempre e tramandata a tutti coloro che avranno il desiderio di imparare e approfondire la nostra storia.
Oggi le differenze che storicamente hanno caratterizzato le divisioni sociali e ideologiche non esistono più, sono state superate: dagli eventi, dall’intervento di alcuni protagonisti politici, dalla caduta anche fisica del muro di Berlino.
A Sant’Onofrio, come in larga parte del territorio vibonese, alcuni muri sono crollati e alcune storie personali sono state lasciate libere di muoversi su alvei nuovi e diversi dagli stereotipi del passato, consegnando al presente nuova linfa e nuovi personaggi.
Per quanto è dato sapere, la storia non si può cambiare, rimane pesante sulle nostre spalle e sul nostro futuro; è compito di ognuno di noi assorbire contemporaneamente il male ed il bene e, fondendoli, riuscire ad illuminare le strade del nostro cammino.
È favolosa l’espressione di Amerigo quando cristallizza il ricordo degli  anni Sessanta come una “magica atmosfera”: un pensiero che da solo è il compendio di una generazione felice e festosa, che sognava ed era carica di utopie: le novità americane, le canzoni e il mangiadischi, le festicciole in casa, il cinematografo e i fotoromanzi, la vespa, la Fiat e  la corriera, che portava al mattino gli scolari insieme ai braccianti agricoli.
Triste ma significativa è la semplice e al contempo pesante frase di Amerigo che diviene pietra miliare del suo libro-documentario: l’emigrazione e lo scioglimento del Psiup hanno interrotto un periodo magico di Socialismo a Francavilla. Così potrebbe concludersi il testo, con questa frase potremmo concludere ogni analisi e relazione su quel momento storico; se volessimo riprogettare un futuro imperioso e fecondo, sarà necessario riappropriarsi dei sogni; quella volta, il sogno di quella determinata generazione è stato il Socialismo! E come scriveva Cœlho, Amerigo e la sua generazione hanno cercato di viverlo seguendo gli insegnamenti del proprio passato e i sogni del proprio futuro.
Sant’Onofrio ha avuto pochi giovani che si sono iscritti al Psiup e l’avventura  è durata poco; solo qualche documento ha lasciato la traccia di una testimonianza concreta.
La storia politica di Sant’Onofrio è diversa da quella di Francavilla: dal 1964 in poi (con esclusione di due esperienze del 1980 e del 2002) Sant’Onofrio è stata amministrata da uomini di sinistra, fino all’ultima esperienza personale, durata purtroppo solo diciotto mesi e della quale ci sarebbe tanto da dire e da ridire; ma questa è un’altra storia!
È bello leggere le scuse che Amerigo fa pubblicamente ai suoi compaesani (e in un tempo lontano dai fatti e, dunque, lontano da ogni interesse), in merito ad una frase sgarbata rivolta durante le elezioni del 1975: spero che queste scuse facciano riflettere ogni lettore. È umano sbagliare e, a volte, dipende anche e soprattutto dal contesto che determina l’effetto massa; è importante, però, avere il coraggio di chiedere scusa e ricordarsi che non è mai troppo tardi per farlo.
Ed io ringrazio Amerigo per averlo fatto, perché mi dà l’opportunità di chiedere anch’io scusa ai miei compaesani, per gli errori e le offese somministrati in coscienza o accidentalmente.

Concludo, ripensandomi quale ultimo segretario dell’unità di base dei DS di Sant’Onofrio: non tutti sapevano che Amerigo è stato tesserato nelle file del Pci di Sant’Onofrio, in quella sezione intitolata al carissimo e compianto compagno Gregorio Crudo (nonno di mio suocero): uomo d’altri tempi, che ha propugnato e sostenuto per  tutta la vita il riscatto dei più umili, per il bene della Patria e dell’Umanità e che, morto da ateo, ha lasciato un testamento di vita vissuta, ancora oggi portata ad esempio.